Momenti clou dalla gara di ieri.
In ultima posizione: l’anguria del ristoro post-gara.
Sono delicato di panza ormai e, prima di tornare a casa, ho percorso gli insidiosi sentieri del pre-colica, come fossi stato Philippe Petit tra le Torri gemelle.

Penultima posizione per la viabilità durante della gara, gestita un po’ a pane e puparuoli.
Premio della critica ai vigili urbani locali: per fare un cazziatone al conducente di un’auto, che procedeva sul percorso di gara contromano (vi piace questo stile à la verbale dei carramba?), hanno prima superato il gruppetto in cui ero anch’io, poi si sono fermati sulla destra all’altezza dell’auto del tizio e alla fine si sono messi a urlargli contro.
E noi che passavamo in mezzo alla strettoia.
Mancava che ci prendessero a schiaffoni, tipo Amici miei.
Settima posizione: il momento della partenza.
In un clima abbastanza scanzonato, a pochi minuti dalla partenza grande mischione e tutti sotto l’arco.
Però, metà convinti di dovere andare in una direzione e metà convinti di doverlo fare nell’altra. Quindi file di gente che si fronteggiavano dubitanti.
Sarebbe stato divertente sentire il “via” e vedere la partenza in quelle condizioni.
Immagino la scena tipo carica della fanteria in North&South per la Nintendo. E omini stesi a terra dritti dritti.

Sesta posizione: non sono più il giovincello di qualche anno fa.
E no, non sono i capelli a farmelo capire.
Eppure, dal mio punto di vista, gli ultimi dodici mesi sono stati davvero soddisfacenti per prestazioni e risultati.
Forse sono Benjamin Button. O forse mi allenavo male prima.
O forse il mio corpo non sa leggere la mia carta d’identità.
Ue, comunque, non gliela facciamo vedere.
Quinta posizione: il premio.
Bellino, non c’è che dire.
Tutto regolare, come da prassi: passata, polpa, biscotti, vino, pasta.
Menzione d’onore agli spaghetti integrali. Bravi. Mi piacciono.
Mi mettete dei fiocchi d’avena la prossima volta?
Quarta posizione: la crostatina.
Uagliu’, tutt a post. So che ci tenete quanto me.
C’era. Al cioccolato. Quindi, plauso della commissione.
L’ira funesta del pelato Afeltra è stata scongiurata.
Niente guerra, Ettore è salvo.

Terza posizione: il piazzamento.
Settimo su mille mi suona bene.
Ripensando a qualche anno fa, è soddisfacente arrivare così in alto in classifica.
Anche se, mannagg mannagg, quelli davanti a me, non proprio i primissimi, ma quelli a ridosso… stanno là…
Li voglio andare a prendere.
Li devo andare a prendere, o no? Almeno devo provarci.

Seconda posizione: l’analisi del voto.
Una bella chiacchierata con Gigi in auto all’andata
(al ritorno per poco non ci addormentavamo) sul voto a Sant’Antonio.
È la cittadina di fianco alla mia, mi interessava capire, saperne qualcosa di più.
La mia curiosità è soddisfatta. La mia perplessità intatta.
Prima posizione: la rimonta.
Negli anni ho imparato a non strafare all’inizio, a dosarmi, a essere regolare e a chiudere in crescendo.
Non sempre mi riesce di recuperare molte posizioni. Quando capita, come ieri, è come cavalcare un’onda.
Sei sopra, ti trascina una corrente magnetica, implacabile.
